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Piccolo centro marinaro della costiera amalfitana Cetara è posizionata nella piccola conca ai piedi del monte Falerio. Storicamente anche Cetara ha subito l'influenza ed il dominio della Repubblica Amalfitana. E' stata, più volte base saracena per le scorribande che eseguivano lungo le coste cilentana ed amalfitana. Dopo la dominazione amalfitana passò sotto il controllo dell'abbazia di Erchie prima e di Cava poi. Sotto i benedettini dell'Abbazia di Cava assurse, per l'ottimo ancoraggio delle navi ad importante centro commerciale. Subì nel corso del XVI secolo un disastroso saccheccio da parte dei turchi che sterminarono la popolazione.
In passato le antiche attività marinare e di pesca dei suoi pacifici abitanti sono state bruscamente sconvolte. Nel 1551, infatti, fu assalita dalle armate turche che fecero strage di chi non voleva imbarcarsi al loro servizio. Dopo il tragico episodio gli abitanti di Cetara costruirono una possente torre di avvistamento, (attualmente adibita ad abitazione privata) simbolo caratteristico della ridente cittadina. Dal 1685 la vita cetarese ebbe nei Francescani un essenziale punto di riferimento pedagogico, culturale e morale. La loro presenza è testimoniata dall'imponente complesso monumentale conventuale. Le bellezze naturali ed artistiche, complice la splendida posizione geografica, hanno reso Cetara patrimonio dell'Unesco.
Da Vedere
Ignota al grande turismo, Cetara rimane legata alle origini. Qui staziona infatti, la più attrezzata flotta peschereccia del circondario:dall’Adriatico al canale di Sicilia, costantemente a caccia dei prelibati tonni e pesci spada. Sotto costa invece, tocca alle alici, i cui filetti, messi sott’olio o sotto sale, portano lontano l’odore del mare. Ottimi i limoni. Da non perdere la rinomata "colatura di alici", rielaborazione alto medioevale del "GARUM" romano ultimamente riproposta come prezioso elemento tipico della ristorazione locale.
Da vedere il centro cittadino, bellissimo nella sua semplicità e la Chiesa di San Pietro. Di impianto romanico, eccetto il campanile, medievaleggiante, venne interamente rifatta nel XVIII sec. All’interno, pregevoli opere d’arte e la tomba dell’eroico figlio Grandonetto Aulisio. Suggestive la processione navale in onore del Santo, il 29 giugno e, la notte dell’Immacolata Concezione, l’8 dicembre, allietata dal sapore di piatti ormai dimenticati e dal fracasso dei petardi esplosi tra i vicoletti.

Attraversato il paese, la strada riprende quota. Passiamo per valloni, gole, rientranze, profili aridi, taglienti. L’uomo vi ha sistemate viti, olivi, e terrazzi di limoni. L’ennesimo vallone, di San Nicola, che precipita dall’Avvocata: ci appare Erchie.


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